WWF in azione per l’Africa.
Un colpo mortale inferto all’ambiente. Si scrive deforestazione, si legge crimine contro l’umanità. Tredici milioni di ettari di foreste che scompaiono ogni anno. La percentuale verde del pianeta che si assottiglia mese dopo mese. Una lenta dismissione di responsabilità. Per fermarla, il WWF lancia una raccolta fondi per salvare il Bacino del Congo, il “cuore verde del mondo”. Lo slogan scelto è “Le foreste ci proteggono: difendiamole. Il loro futuro è nelle nostre mani”.

E si tratta di una “missione speciale” – e si spera non impossibile – in vista dell’edizione 2015 della Giornata Oasi, il 24 maggio. L’obiettivo è fermare la distruzione del Parco di Dzanga Sangha: habitat naturale di gorilla, elefanti. E rifugio anche per quelle popolazioni che vogliono sfuggire alla distruzione del loro ambiente, fermare le guerre e costruire uno sviluppo che sia sostenibile e duraturo. Un territorio messo sotto attacco non solo a causa della deforestazione: piaghe come quelle del bracconaggio, delle attività estrattive illecite, dei conflitti armati non smettono di colpire. Dal 10 al 24 maggio sarà possibile aiutare il progetto per il “Cuore Verde dell’Africa” inviando un SMS o chiamando da rete fissa al 45503.

Ma cosa succede nel Bacino del Congo? Ogni anno in questa parte dell’Africa si perdono 700 mila ettari di foreste tropicali. Le cause? La trasformazione delle foreste in aree coltivate al pascolo, il taglio illegale degli alberi, la costruzione di dighe e strade. Ancora: l’estrazione illegale delle risorse minerarie e il bracconaggio. Attività, quest’ultima, che sta colpendo soprattutto gli elefanti che continuano ad essere decimati per il commercio dell’avorio. Solo nella Repubblica Democratica del Congo sono passati, in meno di 60 anni, da 200 mila esemplari a meno di 20 mila.

La raccolta fondi del WWF servirà soprattutto a garantire sostegno alle popolazioni indigene che vivono nell’area. Saranno attivati progetti per la formazione e il sostegno alle eco-guardie nelle loro attività antibracconaggio. Poi il monitoraggio dell’area e l’attivazione di modalità di sviluppo sostenibile. Tra questi è allo studio la possibilità di realizzare “turismo green” all’interno dell’area protetta. Per gli esperti del WWF, “l’esperienza di altre realtà africane come Tanzania, Kenia e Ruanda, ha dimostrato che il turismo sostenibile può rappresentare una fonte di stabile finanziamento dell’economia locale”.

L’appuntamento principale della campagna è previsto per il 24 maggio, quando le Oasi del WWF saranno aperte al pubblico.