Ogni cittadino europeo produce in media 600 kg di rifiuti in un anno e sfrutta in media 50 tonnellate di risorse. Il consumo dei prodotti (comprensivo d’impatto di produzione, trasporto e distribuzione) rappresenta circa il 50 delle emissioni capaci di alterare il clima. L’aumento della produzione e dei rifiuti richiede la moltiplicazione di strutture necessarie alla gestione della raccolta e dello smaltimento, il che ha un costo economico e ambientale. La raccolta differenziata e il riciclaggio non bastano per far fronte al problema. Bisogna ridurre la produzione dei rifiuti a monte: ecco dieci modi per diminuire la produzione quotidiana di spazzatura.

1. Autoproduzione
So benissimo che la nostra vita e gli spazi che abbiamo a disposizione non ci consentono di coltivare orti, impastare il pane, sfornare ogni mattina torte, ma tra questo e il non produrre nulla, c’è un grosso margine. Ognuno di noi sa fare qualcosa, qualcuno si può cimentare nella produzione settimanale di yogurt, nella realizzazione di tovagliette per la cucina, nella coltivazione del prezzemolo. Ogni cosa, ha la sua importanza, ogni cosa ci aiuta a risparmiare, ci induce a creare, ci spinge a sperimentare. Scegliete, per cominciare, qualcosa che non vi costa molta fatica o tempo, e cominciate da lì la vostra produzione, vedrete che pian piano le vostre creazioni aumenteranno e saranno sempre più varie.

2. Consumare meglio
Dietro il packaging c’è un lavoro enorme: creatività, marketing, progettazione e il risultato, in molti casi, è davvero affascinante. Proviamo, allora, a ridurre l’acquisto di prodotti imballati solo a quei casi in cui vale davvero la pena conservare l’imballaggio, magari per farne un porta penna, o uno svuota tasche: per tutti gli altri casi acquistiamo prodotti sfusi.
I distributori di cibo (riso, frutta secca, farina) e detersivi sono ormai frequenti anche nei grandi supermercati: riempiamo il nostro sacchetto o la nostra bottiglia e a casa divertiamoci a colorare di pasta e legumi i nostri contenitori di vetro.

3. Lunga vita ai prodotti
Siamo tutti coscienti che alcuni prodotti hanno un ciclo di vita molto breve: rasoi, stoviglie di plastica, fazzoletti. Demonizzare indistintamente l’utilizzo di tutti i prodotti usa e getta in ogni circostanza è forse eccessivo (pensate a tutti quegli oggetti monouso che sono adoperati in campo medico), ma se siamo grandi consumatori di prodotti usa e getta è bene modificare le nostre abitudini.
Se non vi va di lavare una quantità eccessiva di stoviglie, ogni volta che invitate qualcuno a cena, decidete un numero massimo di piatti da lavare. Oltrepassato quel numero ricorrete alla vostra scorta monouso. Ma per la cena successiva, aumentate il limite, e lentamente sostituite il vostro servizio “usa e getta” con divertenti piatti di ceramica colorati. Ricordate anche che se vengono utilizzate per contenere cibi o bevande molto calde, le stoviglie di plastica possono risultare dannose per la salute. E cosa dire dei pannolini dei bambini? Ognuno può fare i suoi conti: considerate che in media si consumano 5 pannolini al giorno per circa due anni e mezzo. Il kit di pannolini lavabili può essere un buon regalo da farsi o da fare ad amici. I pannolini lavabili sono anche consigliati per le pelli molto sensibili. Va da sé che, al posto delle salviettine, è meglio usare l’acqua.

4. “Da cosa nasce cosa”
È una citazione di Bruno Munari, che nella sua raccolta di oggetti di design racconta come poter riciclare e riutilizzare un determinato articolo «per vedere che cosa potrebbe diventare o a che cosa d’altro potrebbe servire.» Spazio, quindi, alla vostra creatività, perché numerosi imballaggi, per essere riciclati e rimessi sul mercato, richiedono un processo di lavorazione molto complesso e lungo. Esercitarsi a scoprire “cosa può diventare” è un piacevole gioco da fare insieme ai propri bambini. Alcuni materiali sono anche facili da lavorare e trasformare: basta utilizzare forbici, spillatrici e colla per dispiegare e ricomporre confezioni di cartone, tetrapak e bottiglie di plastica.

5. Recuperare energia
Tanti sono i prodotti che una volta utilizzati diventano molto inquinanti. Primo tra tutti l’olio di frittura usato. Se buttato dai lavelli o dallo scarico dei Wc, è molto contaminante. Inoltre essendo un buon nutriente, è un moltiplicatore degli animali che abitano le fogne. I comuni più all’avanguardia, adoperano questi rifiuti per produrre biodiesel, ma oltre alle amministrazioni esistono tante associazioni che lo utilizzano per produrre cosmetici (come, ad esempio, saponi per le mani). Ad ogni modo, vicino ogni città e paese esiste un’oasi ecologica, che tratta oli e grassi vegetali ed animali esausti. Qua la lista dei Centri Autorizzati.

Fonte: houzz.it