Subito dopo aver festeggiato il primato mondiale italiano per il contributo del fotovoltaico al fabbisogno elettrico nazionale, rischiamo di dover dire già addio al titolo. Sì, perché a differenza dei dati dello scorso anno le prime stime relative al 2016 sono davvero poco incoraggianti. Dall’8% (dati Photovoltaic Power System Programme dell’Agenzia Internazionale dell’Energia) che ci ha garantito il record fotovoltaico mondiale nel 2015 siamo infatti passati a una media del 5,1% nei primi tre mesi dell’anno. Nello stesso periodo del 2015, tale dato si attestava invece introno al 5,7%. Queste almeno sono le rilevazioni effettuate da terna e pubblicate nel rapporto mensile di Marzo.

Record fotovoltaico italiano a rischio
Lo scorso anno l’Italia è risultata essere il paese dove l’energia prodotta grazie a pannelli fotovoltaici contribuisce di più a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale, per una quota complessiva dell’8%. Al secondo e terzo posto si sono classificate invece Grecia e Germania, rispettivamente con percentuali del 7,4% e del 7,1%. Vista la media dei primi 3 mesi del 2016, se Grecia e Germania dovessero mantenere inalterati i livelli di consumi elettrici soddisfatti dal fotovoltaico l’Italia finirebbe facilmente al terzo posto della classifica.

Altre rinnovabili: bene eolico e geotermico, male idroelettrico
Il primo trimestre del 2016 è invece stato positivo per altre fonti di energia rinnovabile. L’eolico, in particolare, ha fatto registrare un +11,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Stesso discorso anche per il settore geotermico, che ha visto un incremento della produzione pari al +3,5% nei primi 3 mesi del 2016.
Se il fotovoltaico ha fatto registrare un calo del -11,3%, una sorte perfino peggiore è invece toccata all’energia idroelettrica, che ha subito un calo nella produzione del -17,6%, da attribuire in gran parte alla forte siccità dell’ultimo trimestre.
Diminuendo così la produzione complessiva di energia da fonti rinnovabili a livello nazionale, cala di conseguenza anche il contributo del fotovoltaico, che passa dal 17,6% del primo trimestre 2015 al 16,6% del 2016.

Verso una battuta d’arresto
Sebbene per le rinnovabili i confronti da un anno con l’altro non siano affidabili al 100%, a causa delle differenti condizioni meteo che incidono molto sulla loro produzione, questi primi dati relativi al 2016 non sono incoraggianti. Nonostante il record per il fotovoltaico dello scorso anno, la situazione per le rinnovabili in Italia non è delle migliori. Sempre secondo stime Terna, nel 2015 la produzione complessiva di energia verde si attestava a quota 40,5% della produzione totale, in netto calo rispetto all’anno precedente (44,9%).
Il settore delle rinnovabili rischia quindi di subire una battuta d’arresto, soprattutto a causa della mancanza di un quadro normativo e politico che ne regoli e sostenga gli sviluppi. Secondo gli ambientalisti, troppo poco è stato fatto negli ultimi anni per favorire lo sviluppo delle energie alternative, mentre fin troppi incentivi sono stati riservati ai combustibili fossili. Per poter cambiare le cose è necessaria una netta inversione di tendenza: non solo da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto da parte dei singoli consumatori.