Cemento green che mangia la CO2

CEMENTO CHE MANGIA LO SMOG

Ogni mille metri quadrati di superficie realizzata con questo materiale, equivalgono a togliere dalla circolazione 30 automobili. Questo vuol dire che, se una città come Milano lo usasse per rifare il 15% delle sue facciate, ridurrebbe l’inquinamento nell’aria della metà.

Cosa fattibile, in via teorica, ma al prezzo di 1.100 euro alla tonnellata: per il momento, una cifra più da nicchia di mercato che non da edilizia popolare. Il lancio sul mercato di i.active Biodynamic, la malta cementifera sviluppata da Italcementi con cui è stato realizzato il Palazzo Italia di Expo 2015, ha permesso di capire meglio come funziona e che cosa si potrebbe fare con un nuovo materiale che finora aveva avuto una ribalta mediatica legata quasi solo al suo impiego all’interno dell’esposizione universale. Soprattutto, c’è stato modo di approfondirne gli aspetti tecnici, sfatando anche qualche semplificazione poco corretta.

Sbagliatissimo, per esempio, dire che “mangia lo smog “, visto che la fotocatalisi – questo il nome del processo – avviene sulla superficie del cemento.
Il principio attivo Tx Active consente al materiale di innescare con la luce del sole dei forti processi di ossidazione, in grado di trasformare alcuni inquinanti in sali inerti del tutto simili a quelli che possiamo trovare in un’acqua minerale. La bassissima porosità del materiale e la sua idrorepellenza fanno quindi sì che basti un po’ di pioggia per lavare via il tutto. L’aspetto interessante di questo meccanismo, se vogliamo, è che a farlo funzionare sono anche le caratteristiche sviluppate per ottenere un buon impatto estetico (la sua liscezza in particolare) e quelle che pensate per renderlo più attrattivo per i costruttori (il fatto che si lava da solo, riducendo le spese di pulitura).

Un risultato che, chiaramente, è frutto di studio. Per essere precisi, alla nascita di i.active Biodynamic hanno lavorato 15 ricercatori per un totale di 12.500 ore nel centro i.Lab all’interno del Parco scientifico e tecnologico Kilometro rosso, con la collaborazione dell’Università di Napoli e di quella di Firenze nella fase di sperimentazione, arrivando a registrare per il prodotto cinque brevetti internazionali. “La prima sfida è stata quella della fluidità – spiega Enrico Borgarello, a capo del settore ricerca -, che permette al materiale di essere iniettato in casseri (gli stampi dove il cemento prende forma ndr.) molto complessi. Un’altra caratteristica importante è la lavorabilità per tempi lunghi. Mentre dal punto di vista dell’effetto estetico è fondamentale la porosità superficiale, molto bassa per un materiale cementizio”. Motivo per cui, alla vista e al tatto, il biodinamico appare molto diverso in termini di liscezza e lucentezza rispetto a un cemento tradizionale. Al momento, l’impressione è quindi quella di un “cemento d’artista “, utile soprattutto a produrre coperture elaborate, estetiche e complesse. Perché sia stato pensato così lo spiega Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi: “Come ha detto Renzo Piano, il futuro dell’architettura è nel recupero delle aree urbane. Per questo servono materiali sempre più sofisticati da dare in mano a progettisti sempre più capaci”.

Una filosofia che ha anche ragioni bilancio: l’azienda investe ogni anno 13 milioni di euro in ricerca e sviluppo, a fronte di una quota fatturato annuale generato dalla sua capacità innovativa pari a 270 milioni di euro. La buona notizia, tornando al discorso iniziale, è che la sostenibilità rappresenta uno dei temi centrali di questa corsa all’innovazione. Lo stesso i.active Biodynamic è fatto all’80% da materiale riciclato proveniente dagli scarti di lavorazione del marmo di Carrara ed è, a sua volta, totalmente riciclabile a fine vita. In conferenza, Pesenti ha spiegato che è eccessivo parlare di “Prada o Ferrari del cemento “, ma che si accontenterebbe di togliere l’accezione negativa al termine “cementificare “. Per ora si parte da archistar e dintorni, il tempo dirà quanto la curva di adozione di questa innovazione potrà essere ampia.