Pontevedra, come si vive in una città senza auto (e senza smog)?

Quindici anni fa il sindaco ha deciso di “pedonalizzare” il 90% della città. Con quali risultati? Calo dell’inquinamento, del traffico acustico e aumento dell’utilizzo della bicicletta. Oggi il primo cittadino è al suo quinto mandato
Immaginate per un attimo di uscire di casa e non dover sentire il rumore delle auto, dei clacson, e di potere respirare un aria leggera, pulita. Così, ogni giorno. Se per alcuni potrebbe sembrare un sogno stare lontano dai rumori e dall’inquinamento, per altri è la quotidianità. A Pontevedra, una città della Spagna con circa 83 mila abitanti, è la prassi da quindici anni. Esatto, quindici. In pratica, come riporta l’agenzia Adnkronos, questa città è pedonalizzata salvo in una zona dove è consentita la circolazione delle auto a un limite massimo di 30 chilometri orari. L’unico parcheggio è in periferia, gratuito, e a pochi minuti dal centro storico.

L’idea, ma a questo punto direi anche volontà, è stata portata avanti dal sindaco Miguel Anxo Fernandez Lores, eletto nel 1999. Uno così che ha puntato su questi obbiettivi, verrebbe da pensare, non è il caso di farselo sfuggire. E infatti, oltre ad essere al quinto mandato, non sono mancati i riconoscimenti alla città come l’ultimo nel 2015, il premio internazionale di eccellenza urbana del Center for Active Design a New York. Il primo cittadino Lores ha guidato una rivoluzione contro le 27 mila auto che percorrevano le strade del centro e ha portato a una diminuzione del traffico pari al 90 per cento nel centro della città e a un conseguente calo dell’inquinamento del 65 per cento.

Solo questo basterebbe per rendersi conto di quanto importanti siano gli effetti di una politica di questo tipo. Ma andando oltre, il numero degli incidenti è passato da 1203 nel 2000 a 484 nel 2014, e il 70 per cento degli spostamenti avviene in bicicletta o a piedi. Non è tutto, basta avere le idee e ad aiutare turisti e cittadini ci pensano anche due app, Metrominuto, che permette di calcolare i tempi di percorrenza a piedi da un posto all’altro e Pasominuto, in cui sono presenti venti itinerari e dove per le distanze percorse vengono calcolati anche il numero di passi e le calorie bruciate. L’effetto di questo cambiamento ha colpito anche il commercio locale che non conosce crisi, e c’è stato un incremento degli spazi verdi e delle aree da gioco per bambini. Aggiungerei anche una vita certamente più sana e meno stressante.

Vista così, paragonata ad altre molto meno sostenibili, sembra quasi una città lontana dai tempi odierni, per certi versi da uno sfondo futuristico. Ma è una realtà che oggi rappresenta un esempio. E non c’entra il numero degli abitanti o la posizione geografica, penso che per realizzare un cambiamento necessario e fare determinate scelte su certi fronti di cui si parla da anni, bisogna muoversi subito. Certo forse non sarebbe facile pensare a misure simili nelle città con maggiori criticità su determinati profili, ma di sicuro si potrebbe puntare su altre soluzioni in linea con ogni tipo di territorio.

Quello che colpisce è che a Pontevedra questo percorso è iniziato quindici anni fa e oggi ha prodotto risultati che fanno invidia a tanti. Quando si parla di problemi legati all’inquinamento,sostenibilità, traffico, in alcune città sembra sempre di essere lontani secoli da una svolta. La differenza è nella volontà di mettere in atto una serie di misure che migliorino la vita di ogni giorno. Inoltre in diverse situazioni si ha la costante sensazione di essere sempre in ritardo, di continuare su binari che non portano certo a un miglioramento. A farne le spese siamo anche noi, che a seconda delle città in cui si vive, continuiamo a respirare un’aria pesante, da metropoli in bianco e nero. Traffico e smog per molti sembrano un abitudine, un problema di cui si parla solo quando determinati parametri sono oltre la media e quindi scattano le misure immediate. Troppo spesso si percepisce questo e non gli effetti di una politica lungimirante.

Le idee non mancano, gli esempi pure. Chi vive in posti dove i polmoni sono messi a dure prova, sa cosa significa. E pensare che a Pontavedra tutto è iniziato quindici anni fa, e noi a cosa pensavamo?