Il 2015 del piccolo paese dell’America Centrale è all’insegna delle rinnovabili. In tre mesi per la sua elettricità non sono state prodotte emissioni né utilizzati combustibili fossili.
E’ un record assoluto: dopo aver abolito l’esercito nel 1949, il Costa Rica si prepara ad abolire i combustibili fossili nel settore elettrico. Da 75 giorni tutte le lampadine del paese si accendono grazie alle fonti rinnovabili. Nella roccaforte della natura americana (più di un quarto del territorio nazionale è protetto) il 2015 sta scorrendo pacificamente, senza emissioni serra in un comparto energetico strategico.

La notizia è stata data dall’Independent che sottolinea la congiuntura favorevole dietro questo risultato: piogge consistenti hanno riempito gli invasi degli impianti idroelettrici. Gli stessi che l’anno scorso hanno assicurato l’80% del totale dell’energia pulita, mentre il 10% è venuto dalla geotermia e il rimanente da altre fonti.

I ticos, come sono soprannominati gli abitanti di questo paese che ha fatto della natura la sua carta vincente nella competizione per il turismo globale, sono pochi, meno di 5 milioni in un territorio grande un sesto dell’Italia. E questo rende indubbiamente più facile un percorso energetico dolce. Ma essere piccoli non basta: il minuscolo Lussemburgo con appena mezzo milione di abitanti dà un buon contributo al riscaldamento globale grazie al record europeo di auto pro capite.

La “Svizzera dell’America centrale”, partendo da una situazione non facile, ha invece scelto in modo determinato un modello di sviluppo economico che la allinea alle economie più brillanti. Ha scommesso di diventare carbon neutral nel 2021 puntando su biofuel, veicoli ibridi, fonti rinnovabili (con importanti investimenti non idroelettrici per diversificare). E su una tassazione che scoraggi l’inquinamento e premi il lavoro.
Una strategia articolata, che scommette sul mantenimento e sul rafforzamento dello straordinario patrimonio forestale (un polmone che trattiene una grande quantità di carbonio rallentando l’effetto serra) e sullo sviluppo della green economy (è il secondo paese dell’America latina per la qualità della rete elettrica e delle telecomunicazioni). Rinunciando allo sfruttamento dei depositi petroliferi.
Del resto il Costa Rica non è un caso isolato. “Nel 2020 almeno un chilowattora su tre in Europa sarà generato dalle fonti rinnovabili e a metà secolo, in alcuni paesi, il 100% dell’elettricità sarà verde”, scrive Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club, in un libro pubblicato il mese scorso da Edizioni Ambiente, Due gradi. “L’Uruguay dovrebbe soddisfare con le rinnovabili il 90% della domanda elettrica nel 2016”.

Anche in Cina fotovoltaico ed eolico crescono velocissimi e nel 2013 hanno superato, come nuova potenza elettrica installata, il carbone. E in Italia – con le rinnovabili che ormai garantiscono un terzo della domanda – il sistema elettrico già da tre anni ha cominciato a girare, in alcuni momenti, quasi solo con energia pulita.