Bicchiere di birra sostenibile Europa con snack di fianco

Dai cereali “buttati” a quelli “risparmiati”: riutilizzo dei sottoprodotti nell’industria della birra

Bevande, cracker e cibo per pesci sono solo tre dei prodotti in cui il settore della birra dell’Unione Europea sta attualmente esplorando soluzioni innovative nel tentativo di riciclare i sottoprodotti sprecati dalla produzione di birra come parte del loro impegno a contribuire agli obiettivi verdi dell’unione stessa.

Nel contesto del Green Deal dell’UE, il settore ha elaborato un piano di sostenibilità progettato per aumentare le soluzioni innovative che mirano ai rifiuti e migliorano l’impatto ambientale del settore.

Un modo in cui il settore sta cercando di raggiungere questo obiettivo è investire in tecniche innovative per recuperare e valorizzare i sottoprodotti precedentemente inutilizzati o indesiderati.

Focus sul grano e il suo utilizzo

Un grande focus della ricerca è su come i chicchi “esauriti”, cioè il residuo estratto di malto d’orzo lasciato dopo il completamento del processo di fermentazione, possono essere convertiti in qualcosa di prezioso.

Costituiti da fibre, proteine ​​e grassi, questi cereali esauriti possono rappresentare fino all’85% dei rifiuti di birra che, in tutta l’UE, si traducono in migliaia di tonnellate di cereali esauriti ogni anno.

L’obiettivo ora è trasformare l’idea di cereali “spesi” in chicchi “risparmiati”, cosa che viene raggiunta in parte attraverso una serie di iniziative innovative lanciate in tutta l’UE.

Parlando a un recente forum sulla sostenibilità di Brewers of Europe, Thomas Monin, specialista nello sviluppo di co-prodotti presso AB InBev, una delle principali società di bevande e birrifici con sede in Belgio, ha stimato che l’azienda produce oltre 1,4 milioni di tonnellate di cereali esauriti ogni anno.

Per contestualizzare, queste proteine ​​sarebbero sufficienti per nutrire 20 milioni di persone all’anno, ha affermato, sottolineando che questa rappresenta un’enorme opportunità per il settore.

Fino a poco tempo, l’azienda vendeva prevalentemente il sottoprodotto per l’uso come mangime animale, piuttosto che per il consumo umano.

Ma questa è un’opportunità persa, secondo Monin, che ha sottolineato che questi cereali sono adatti al consumo umano e sono anche altamente nutrienti.

Una di queste iniziative, finanziata dal progetto LIFE dell’UE, ha consentito ai produttori di birra di produrre una bevanda analcolica, mentre un’altra trasforma questi chicchi sprecati in cracker.

“Per il birrificio, oltre a creare circolarità e ridurre lo spreco alimentare, questi prodotti possono anche portare più valore a questi birrifici”, ha detto Monin, aggiungendo che ciò equivale a un valore notevolmente superiore a quello ottenuto vendendo i cereali esausti come materia prima per nutrimento animale.

Meno sprechi e più gusto

Progetti innovativi simili sono in corso anche per riciclare i sottoprodotti rimanenti.

Oltre ai prodotti per il consumo umano, i cereali esausti possono essere utilizzati anche come opzione alternativa per i mangimi in acquacoltura.

Migliorare la sostenibilità delle pratiche di acquacoltura è un obiettivo chiave della politica alimentare di punta dell’UE, la strategia Farm to Fork, che evidenzia che “i pescatori e i produttori di acquacoltura devono trasformare i loro metodi di produzione”.

Allo stesso modo, la strategia pone l’onere di affrontare la perdita e lo spreco di cibo, ad esempio attraverso il recupero di nutrienti e materie prime secondarie e la produzione di mangimi innovativi.

Si tratta di un’area che David San Martin Errea, ricercatore alimentare presso AZTI, società di ricerca spagnola che lavora su temi legati ai frutti di mare e alla conservazione delle risorse marine, sottolinea come quella a cui il settore della birra potrebbe contribuire.

La sua ricerca punta al fatto che i cereali, così come il lievito di birra avanzato, possono offrire una fonte promettente di alimentazione sostenibile dell’acqua, recuperata attraverso un processo tecnologico che si è dimostrato efficiente e replicabile.

Finora, il lavoro su un percorso dimostrativo nel nord-est della Spagna ha mostrato risultati promettenti, con test preliminari che dimostrano che i cereali sono digeribili per il pesce e possono essere un’aggiunta nutriente alla loro dieta.

Soprattutto dal punto di vista del consumatore, i consumatori che hanno preso parte ai test non hanno riportato differenze di gusto rispetto ai mangimi convenzionali.

Sebbene sia ancora agli inizi del progetto, sulla base dei risultati della prova dimostrativa, i ricercatori stanno ora cercando di collaborare con le aziende di Aquafeed per ampliare questa soluzione e offrirla su scala commerciale.