Economia circolare in Veneto

Le proposte di Legambiente per il nuovo piano rifiuti del Veneto per liberare l’economia circolare:

  • Ridurre la produzione di rifiuto a 375 kg/ abitante*anno, Ridurre il residuo secco pro-capite a 75 kg/abitante*anno e massimizzare la raccolta differenziata con obiettivo medio regionale di RD 80%, con un minimo del 70% per i Comuni al di sopra dei 100.000 abitanti;
  • Stabilizzare il modello “chi inquina paga”, principio cardine della normativa ambientale comunitaria, attraverso l’adozione progressiva su tutto il territorio regionale del sistema a tariffazione puntuale per i cittadini e le aziende, incentivando il modello di raccolta porta a porta spinto;
  • Fissare target di riuso e preparazione per il riutilizzo per il 10% complessivo, introducendo piattaforme di preparazione per il riutilizzo in ogni bacino territoriale e favorendo la creazione di reti di filiera composte prevalentemente da cooperative sociali e imprese sociali in genere, sussidiarie all’azione del settore pubblico;
  • Garantire e agevolare l’avvio di nuovi impianti per il recupero di quelle frazioni che oggi non trovano possibilità di mercato a livello locale, come la plastica, attivando anche piattaforme sperimentali per il riciclo di materia e la produzione di materie prime seconde per altre tipologie di rifiuto (es. ingombranti e RAEE);
  • Stop a nuove discariche e ampliamenti, penalizzando economicamente l’interramento dei rifiuti attraverso la rimodulazione progressiva del tributo speciale per lo smaltimento in discarica a carico dei Comuni; definizione di una tariffa unica, per discarica e incenerimento, a livello regionale che penalizzi comunque lo smaltimento e istituisca un fondo a sostegno del recupero;
  • Bloccare la potenzialità di incenerimento programmando la riduzione delle capacità autorizzate
  • in base agli obiettivi a lungo termine del piano rifiuti;
  • Definire la strategia regionale per lo smaltimento dei fanghi da depurazione civili ed industriali contaminati;
  • Costituire un fondo regionale di garanzia definendo e vincolando un’aliquota regionale sull’ecotassa per far fronte ai costi derivanti dalla gestione post mortem di discariche “orfane” non più attive, nonché, per finanziare interventi di bonifica di siti “orfani” contaminati posti a carico delle Amministrazioni locali;
  • Istituire tavoli di concertazione per filiera produttiva o di materiale al fine di trovare la piena applicazione dell’economia circolare (approccio C2C “cradle to cradle”, semplificazione End of Waste, sottoprodotti, ecc.);
  • Prevedere e incentivare sistemi di comunicazione universale verso i cittadini che stimolino alla corretta gestione ed alla riduzione della produzione di rifiuti.
  • Definire nelle norme attuative processi di segnalazione e controllo da parte di cittadini, Amministrazioni, Consigli di bacino e Arpav, creando opportune figure gestite dalle autorità d’ambito ed istituire le guardie ecologiche volontarie;
  • Definire le condizioni per la collocazione di un impianto di trattamento e stoccaggio per l’amianto, per dare risposta alla necessità di bonifica e smaltimento di questi manufatti, purtroppo ancora molto diffusi in Veneto, che costituiscono un elevato pericolo ambientale e sanitario.

Una serie di punti che potrebbero far diventare la regione Veneto una vera e propria eccellenza nell’economia circolare e nel settore del riciclo e riutilizzo dei rifiuti.