Ministro degli esteri di Tuvalu

Innalzamento dei mari

Il ministro degli Esteri del minuscolo arcipelago dell’Oceano Pacifico, Tuvalu si è presentato nei giorni scorsi in impeccabile completo blu, camicia bianca, cravatta, sorriso d’ordinanza e in aggiunga acqua dell’Oceano fino alle ginocchia.

Questo gesto è servito per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’innalzamento delle acque marine.

Lo stato insulare di Tuvalu che si trova tra Australia ed Hawaii con i suoi 11mila abitanti rischia letteralmente di scomparire a causa del riscaldamento globale e dell’innalzamento dei mari da questo provocato.

Ma il resto del mondo sicuramente non se la passa troppo bene lo stesso.

Secondo le stime della Nasa, raccolte nel sito Sea Level Project, vi sono numerose zone a rischio.

L’innalzamento del livello del mare si spiega per il 50% con il fenomeno dell’espansione termica dell’acqua marina che, riscaldandosi, aumenta di volume. Il resto è dovuto per il 22% alla fusione dei ghiacciai, per il 20% dalla fusione delle calotte polari e per 8% da cambiamenti nella riserve di acqua sulla terra.

È praticamente certo che il livello medio del mare continuerà a crescere in questo secolo: entro il 2050 aumenterà di ulteriori 10-25 cm, mentre quello che succederà dopo dipenderà dalla concentrazione di emissioni di gas serra: potrebbe continuare a crescere tra i 28 e i 55 cm nel 2100 rispetto al livello 1995-2014 in uno scenario di emissioni molto basse, mentre con emissioni alte, il livello del mare potrebbe crescere da 60 cm a un metro.

Anche a zero emissioni, però, il livello mare continuerà a salire perché le acque profonde degli oceani e le calotte polari reagiscono in modo estremamente lento ai cambiamenti dell’ambiente. Nei prossimi 2000 anni, il livello medio aumenterà da 2 a 3 metri se l’aumento della temperatura sarà contenuto entro 1,5°C, da 2 a 6 metri entro i 2°C, da 19 a 22 metri entro i 5°C e continuerà a crescere nei millenni successivi.

In Italia quale sarà l’innalzamento del livello dei mari?

Innalzamento del livello deli mari nelle principali città della Terra

Le proiezioni della Nasa considerano scenari a basse emissioni di gas serra, con emissioni come quelle attuali o ancora più accelerate. Quello che appare evidente è che in qualsiasi scenario ci sarà comunque un innalzamento del livello del mare, che nel caso migliore sarà di circa 30 centimetri e in quello peggiore di 80 già fra 79 anni.

Analizzando la mappa per quel che riguarda l’Italia, per esempio a Venezia, si può vedere che nel 2100 l’innalzamento del mare nel caso migliore potrebbe essere 0,41 metri in più o di 0,87 in quello peggiore. Nel 2150 la situazione potrebbe essere ancora più difficile per la città lagunare, con le previsioni che vanno da 0,61 metri a 1,94 metri in più a seconda dello scenario. Situazione non molto dissimile a Genova (città bersagliata da svariati alluvioni), dove l’innalzamento previsto del mare nel 2100 potrebbe andare da 0,34 metri a 0,80 metri, e nel 2150 da 0,50 a 1,83 metri. Sempre nel 2100 a Civitavecchia si prevede che il livello del mare possa oscillare da 0,30 a 0,79 metri, mentre nel 2150 le stime indicano un aumento compreso fra 0,44 e 1,82 metri. A Palermo il mare potrebbe salire da 0,32 a 0,82 metri nel 2100, e da 0,47 a 1,89 metri nel 2150, mentre a Cagliari potrebbe oscillare da 0,39 a 0,88 metri nel 2100, e da 0,58 a 1,98 metri nel 20150

Un dramma che riguarda tutti e i cui effetti si possono solo mitigare in quanto è già troppo tardi per evitare l’innalzamento ma non troppo tardi per evitare la catastrofe.